La mostra del pittore siciliano Renato Guttuso, curata dal figlio
adottivo Fabio Carapezza Guttuso ed Enrico Crispolti, è stata
inaugurata il 12 ottobre 2012 al Complesso del Vittoriano
dove rimarrà fino al 10 febbraio 2013, in occasione del centenario dalla
nascita dell’artista.
Si tratta di una mostra
antologica di più di cento opere esposte nei pressi dei suoi luoghi
abituali. Egli infatti, sebbene fosse nato a Bagheria in Sicilia nel 1911, ha vissuto per più di cinquant’anni a
Roma, a lungo in un palazzo di
salita del Grillo, nei pressi del Foro di Traiano. Sia la Sicilia con il famoso
mercato di La Vucciria(1974) che Roma con il Colosseo
(1972) sono presenti nei suoi quadri.
Antifascista, diventa membro del partito comunista
italiano (PCI) nel 1940 e partecipa
all’attività partigiana nel 43. Nonostante venga giudicato ‘diabolicus’ dalla Chiesa a causa del quadro ‘Crocifissione’ (1940-41), viene eletto membro del Consiglio Mondiale della Pace che gli
conferisce, nel 1950, il premio per la
Pace. Espone, oltre che in Italia, anche a Londra, New York e Mosca.
Subito dopo la biografia ci si ritrova in una saletta
che illustra la chiave di lettura dell’intera mostra ed offre addirittura un
piccolo gioco di interazione per bambini.
Come
primo quadro è stato scelto un Autoritratto
(1975) ad olio (che è anche quello del Manifesto) in cui egli appare di profilo
con uno sguardo pensieroso. Molto interessante il gioco di mani creato da due
mani (oltre alla sua) rivolte dalla parte opposta, una in alto con la sigaretta
e un’altra in basso con il pennello. Ritroviamo poi sia la sigaretta, in altri
due autoritratti, che le mani, per esempio ne ‘Le mani di Moravia’(1982) o Mano
della moglie Mimise con la rondine (1938).
Proseguendo nella mostra, allestita grosso modo
secondo un ordine cronologico, i temi ricorrenti appaiono: nature morte, paesaggi con tetti, nudi, ritratti
(tra cui il padre agrimensore, Montale, la moglie Mimise, Anna Magnani,
Schifano, Moravia), il rifiuto della
guerra. La tecnica dei dipinti è
generalmente a olio su tela o tavola; i disegni sono a matita o carboncino o
china.
Ai disegni viene
dedicata una sezione a parte in cui spicca il tratto quasi violento. Le mani di Moravia, delle quali mette
in risalto le venature con attenta meticolosità, ne sono un esempio molto
pregiato.
Le
nature morte rappresentano o fiori o frutta o foglie accostate a
oggetti diversi quali scarpe, un vaso o addirittura un teschio. Interessante
notare che spesso tra questi oggetti compare una gabbia bianca, forse di un
uccellino.
I paesaggi,
di cui la Sicilia è spesso protagonista, si riducono ad un insieme di tetti
colorati. Gli stessi tetti compariranno poi nella Crocifissione del 1940-1941, il quadro che, esposto in un premio di
pittura durante il regime fascista, fece scandalo per il realismo giudicato
eccessivo. Serpeggia la sensualità nelle sue opere.
Guttuso è infatti considerato il capofila del movimento realista. Egli
inserisce nei quadri dettagli che alludono al dibattito tra filofigurativi e antifigurativi che si accentua
ancora di più durante il secondo dopoguerra con il Fronte nuovo delle Arti, un raggruppamento di artisti impegnati
intenti a recuperare le esperienze artistiche europee, sconosciute in Italia a
causa del fascismo.
È emblematico, a tal proposito, un disegno degli anni ‘50 a china su carta
gialla in cui viene rappresentata una figura con una testa d’animale
sdoppiata in due facce che condividono le stesse orecchie, di cui una voltata
verso un quadro figurativo e una voltata verso un quadro non figurativo. E
Guttuso scrive ‘sente sempre con le
stesse orecchie’ proprio per indicare la difficoltà nello stabilire una
separazione netta tra le due correnti, nonostante egli sia realista e figurativo.
Un altro filo tematico è la denuncia della guerra di cui Guttuso rappresenta il trionfo in
un quadro del 1966 (Trionfo della
guerra) che rievoca immediatamente la Guernica di Picasso, pittore con il quale Guttuso intesse un rapporto di forte
amicizia ed ammirazione.
Ci sono molti riferimenti a Picasso nelle opere di Guttuso: a volte
si tratta dell’imitazione dello stile cubista; altre volte compare proprio
Picasso in carne ed ossa. Per esempio nel quadro commemorativo ‘Il Convivio: Picasso e i suoi personaggi
(1973), Picasso brinda circondato da una tavolata di personaggi dei suoi quadri
oppure vediamo un Picasso in versione bagnante sulla spiaggia di Ostia nel
quadro ‘La Spiaggia’ (1955-56).
Quest’ultimo fa parte dei quadri più grandi che scandiscono una fase della vita
dell’artista. Colpisce l’uso di colori
forti.
Guttuso è combattuto tra vita privata e
impegno civile, tra interni e paesaggi, tra nature morte e nature vive. Tra i quadri con forti connotati politici è
celebre quello de I funerali di Togliatti
(1972) nel quale il rosso –colore non casuale- spicca. Utilizza acrilici e
collage di carte stampate su carta incollata su quattro pannelli di compensato.
La tecnica del collage è evidente
anche nel quadro ‘La discussione’
(1959-1960) che testimonia il fervore politico di quegli anni in cui il
giornale diventa la metafora del luogo privilegiato dello scambio di idee.
Un altro luogo di riunione d’ intellettuali,
oltre alla redazione del giornale e al suo studio, è il Caffè Greco di Roma che
Guttuso immortala nel quadro ‘Caffè Greco’
(1976) in cui rappresenta de Chirico, assiduo frequentatore di quel luogo,
insieme ad elementi a lui correlati.
Infine, a conclusione della mostra, sono esposti
disegni che testimoniano l’amore di Guttuso per la scenografia, attività che lo appassionerà per tutta la vita.
Nessun commento:
Posta un commento