Roma, 25
settembre 2013.
Se si passa in Via Merulana, scendendo da
piazza Santa Maria Maggiore, sul lato sinistro della strada non si può fare a
meno di scorgere, attraverso la vetrina del lussuoso negozio di arredamento Roche
Bobois, un letto sfatto.
Nella fretta cittadina si intravede con la
coda dell’occhio una normale camera
da letto ricreata in tutti i dettagli. Con una seconda occhiata, però, ci si
rende conto che le lenzuola del
grande letto matrimoniale centrale sono increspate.
Sembrano essere la traccia di una dormita –o forse di qualcosa di più-.
Si tratta di una scena talmente verosimile da lasciare l’impressione che i commessi
del negozio abbiano dormito lì e che, nella fretta, non abbiano avuto il tempo
di aggiustare il letto. La prima volta, in ogni caso, non ci si fa troppo caso.
Ripercorrendo la stessa strada si rivede la
stessa scena: si tratta proprio di una
tecnica commerciale. Se non altro è un modo per attirare l’attenzione:
lenzuola ‘scompigliate’ in un ambiente perfettamente ordinato non possono non
dare nell’occhio.
Inoltre, vedere un letto sfatto ci proietta
immediatamente nella nostra quotidianità
casalinga. Ci fa sentire quel letto più vero, più nostro. Vedere un oggetto
nel suo uso ci facilita nell’immaginarci possessori e fruitori di tale oggetto.
Vi dirò di più, il letto sfatto, oltre che
emblema della quotidianità casalinga, può anche essere interpretato quasi in
chiave sensuale. Come quando una donna o un uomo che si sdraiano rappresentano
un invito per il proprio partner, nello stesso modo, lenzuola usate potrebbero
rievocare un’ immagine di intimità.
In conclusione, dopo aver analizzato i criteri
di una vetrina del genere, non si può non concludere tale riflessione con la
solita affermazione: pur di vendere, la
gente non sa più che cosa inventarsi!
E questa strategia di marketing funziona? A me trasmetterebbe un'idea di cialtronaggine.
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